Negli ultimi anni, il dibattito sulla sostenibilità ha portato alla luce due fenomeni opposti ma ugualmente problematici: il greenwashing e il greenhushing. Secondo l’European Securities and Markets Authority (ESMA), il greenwashing si riferisce a “una pratica in cui le dichiarazioni, le azioni o le comunicazioni relative alla sostenibilità non riflettono chiaramente e correttamente il reale impegno ambientale di un’organizzazione, di un prodotto finanziario o di servizi finanziari”. Questo comportamento può ingannare consumatori, investitori e altri attori del mercato, creando un’immagine distorta delle aziende.
Mentre il greenwashing abbellisce la realtà – leggi approfondimento qui – il greenhushing rappresenta l’altra faccia della medaglia: è la scelta deliberata di alcune aziende di non divulgare le informazioni sugli impatti ambientali delle loro attività, anche quando queste stanno facendo progressi significativi verso la sostenibilità. Un esempio tipico di greenhushing è quando un’azienda stabilisce obiettivi di riduzione delle emissioni, ma sceglie di non comunicarli al pubblico, temendo possibili critiche o accuse di greenwashing.
Questo passaggio dalla promozione della sostenibilità alla totale reticenza nel comunicare gli sforzi ambientali è diventato un trend preoccupante nel mercato. Nel suo report del 2024, la società di consulenza svizzera South Pole ha affermato che il fenomeno del greenhushing è diffuso in tutti i settori industriali. Tra le 1.400 aziende intervistate, l’86% di quelle che vendono beni di consumo e il 72% delle compagnie petrolifere hanno ridotto le loro comunicazioni ambientali. L’88% delle aziende che offrono servizi ambientali ammette di comunicare meno sull’argomento, nonostante il 93% di esse stia effettivamente raggiungendo i propri obiettivi di sostenibilità.
Per contrastare il greenhushing, diversi governi stanno introducendo normative che obbligano le aziende a rivelare in modo trasparente le loro pratiche ambientali. L’Unione Europea è in prima linea con direttive che richiedono alle grandi imprese di pubblicare informazioni dettagliate sugli impatti sociali ed ecologici delle loro operazioni. Queste leggi mirano a standardizzare le comunicazioni ambientali, garantendo maggiore comparabilità e chiarezza tra le aziende.
In questo contesto, i consumatori svolgono un ruolo cruciale. Attraverso scelte di acquisto informate, possono influenzare le politiche aziendali e premiare quelle imprese che dimostrano trasparenza e impegno reale verso la sostenibilità. È essenziale che le aziende adottino strategie comunicative chiare e veritiere, evitando sia l’esagerazione che l’omissione delle proprie azioni ambientali. Allo stesso tempo, la legislazione deve continuare a evolversi per garantire una regolamentazione efficace, promuovendo una maggiore trasparenza e fiducia tra aziende e consumatori.
Come combattere il greenhushing?
Uno strumento a disposizione delle imprese che elimina la minaccia del greenhushing è la Certificazione di Sostenibilità ESG a fronte dell’ESG-SDGs Rating:2022©. In particolare:
1. Promuove la Trasparenza
La certificazione ESG richiede alle aziende di rendicontare in modo dettagliato e trasparente le loro pratiche ambientali, sociali e di governance. Per ottenere la certificazione, le imprese devono fornire informazioni verificabili sui loro impatti ambientali e sulle loro politiche sostenibili. Questo obbligo di trasparenza riduce la possibilità che le aziende possano nascondere o minimizzare i loro sforzi ambientali, contrastando così il greenhushing.
2. Verifica Indipendente
La certificazione ESG spesso coinvolge terze parti indipendenti che valutano le dichiarazioni e le pratiche dell’azienda. Questo processo di verifica garantisce che le informazioni fornite siano accurate e complete, eliminando la possibilità per le aziende di omettere dati importanti o di presentare solo le informazioni che le dipingono sotto una luce positiva. Il coinvolgimento di enti esterni aumenta la credibilità e l’affidabilità delle comunicazioni aziendali.
3. Standardizzazione delle Informazioni
Gli standard ESG forniscono un quadro chiaro e comune per la rendicontazione delle performance ambientali, sociali e di governance. Questo standardizzazione facilita la comparazione tra le aziende, rendendo evidente se un’azienda sta omettendo informazioni importanti rispetto ai suoi concorrenti. La standardizzazione contribuisce a ridurre il rischio di greenhushing, poiché le aziende sono incentivate a essere più trasparenti per non apparire meno impegnate rispetto ad altre nel loro settore.
4. Responsabilità Continua
Le certificazioni ESG non sono una tantum, ma richiedono aggiornamenti e revisioni periodiche. Questo obbligo di rendicontazione continua impone alle aziende di mantenere un alto livello di trasparenza nel tempo, rendendo più difficile il greenhushing e promuovendo una cultura della responsabilità a lungo termine.
5. Rafforzamento della Fiducia del Pubblico
Le certificazioni ESG migliorano la fiducia del pubblico e dei consumatori, poiché forniscono una garanzia che le dichiarazioni ambientali di un’azienda sono supportate da dati verificati. Questa fiducia riduce il rischio che le aziende possano ricorrere al greenhushing per evitare critiche, poiché la certificazione stessa diventa un sigillo di approvazione che rassicura gli stakeholder sulla veridicità delle informazioni comunicate.
In sintesi, la certificazione di Sostenibilità ESG fornisce un quadro strutturato e verificabile per la comunicazione delle performance ambientali, sociali e di governance, costringendo le aziende a essere trasparenti e riducendo la possibilità di nascondere o minimizzare i loro sforzi sostenibili. Questo approccio integrato aiuta a combattere efficacemente il fenomeno del greenhushing e a promuovere una cultura aziendale basata sulla trasparenza e sulla responsabilità.
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